Fotografia e territorio, il pop-up coworking #4 con Angela Trawoeger

Lo scorso venerdì ho aperto il mio ufficio per il Friday pop-up coworking di luglio.

Edizione estiva, edizione doppia: sono venuti a trovarmi in ufficio Angela Trawoeger, fotografa professionista e content creator, e Saul Saggin, web designer.

Parto quindi con la prima intervista ad Angela. Ah, Angela l’ho conosciuta un po’ di anni fa quando mi ha contattata per una consulenza per il suo portale 360gardalife. Da lì, tra una Skype call all’alba e un excel, siamo diventate amiche oltre che colleghe.

Angela, quando possiamo dire che una foto è bella? Come si fa una bella foto?

È indispensabile conoscere molto bene la tecnica e la composizione fotografica, le attrezzature e i software per la post produzione. Poi ci vuole tantissima pratica perché in fotografia non si smette mai di migliorare. E fin qua è abbastanza facile: con un po’ di costanza e pazienza i primi risultati arrivano.

È più difficile riuscire a consegnare un messaggio a chi guarderà quella fotografia.

Tutti noi, quando decidiamo di fotografare qualcosa, stiamo vivendo un momento che vogliamo fermare, per ricordarlo o condividerlo, e senza pensare troppo tendiamo a scattare una foto a quello che stiamo guardando. Poi spesso, a distanza di qualche tempo, quella foto non ci piace più: non rende quello che stavamo vivendo. O, ancora più spesso, comunica poco o niente a chi la guarda, soprattutto se non ha vissuto quel momento con noi.

I nostri occhi guardano uno spazio tridimensionale senza limiti e si muovono in tutte le direzioni ma quando si usa una macchina fotografica bisogna saper scegliere in tempo. Bisogna togliere il superfluo perché il nostro messaggio arrivi veloce senza ostacoli. E per togliere il di più, cerco di razionalizzare l’attimo che precede lo scatto. Prima di scattare infatti cerco di capire cosa fra tutto quello che vedo mi sta emozionando e merita di essere fermato, ricordato, comunicato.

Quale parte di quel paesaggio mi piace? Mi piace tutto di quello che sto vedendo o in realtà è solo quella vetta di montagna con i raggi del sole che attraversano la nube? O è il color azzurro smeraldo di un piccolo laghetto in mezzo al bosco?

È forse un insieme di forme? È un’alba? Un temporale estivo? La neve che luccica? È l’espressione di una persona o un suo lineamento? Cosa sta facendo di così bello e come si sente? Se è in movimento, quale gesto sta per fare?

Appena ho capito cosa sta catturando il mio interesse e quindi cosa posso togliere mi concentro su come comunicare al meglio quel momento. Succede che invece di guardare si inizia ad osservare e col tempo precedere e catturare il momento decisivo diventa un comportamento istintivo.

“Fotografare è trattenere il respiro quando le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace; a questo punto l’immagine catturata diviene una grande gioia fisica e intellettuale.

Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo un evento e il rigoroso assetto delle forme percepite con lo sguardo che esprimono e significano tale evento. È porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. È un modo di vivere.”
Henri Cartier Bresson

Ok fantastico. Raccontaci di tre foto tue.

# 1 bosco e parapendio

Ho scattato questa foto un mese fa per un servizio fotografico di parapendio, per un’intervista. Nell’articolo si parla della magia del volo libero e di quanta energia possa darci la natura.

In questa foto sento il silenzio, l’odore del bosco e tanta libertà. A guardarla mi sento leggera e vorrei tornare subito lì. Spero si avvicini abbastanza all’essenza del parapendio.

Perché arrivi esattamente questo messaggio è importante che ci sia anche la natura, altrimenti si guarderebbe la persona, il gesto sportivo o magari l’attrezzatura e il messaggio sarebbe sicuramente diverso.

# 2 il vento, il lago, l’atleta

La mattina presto, nelle giornate estive di bel tempo, sul Lago di Garda soffia un vento teso e regolare. È il Pelèr, il vento da nord, il re dei nostri venti. È quando il sole sorge da dietro le montagne e illumina l’acqua della costa ovest che il Pelér raggiunge la sua massima potenza ed esattamente in quel momento succede la magia: i colori sono tersi e luminosi, i contrasti aumentano e l’acqua in controluce diventa color argento mentre le montagne ad est sono ancora in ombra.

Conoscere gli atleti, il gesto sportivo, il lago, i suoi venti e decidere come sfruttare queste condizioni mi permette di portarmi a casa fotografie d’azione di forte impatto.

#3 legami e gesto sportivo

Leah è una bambina molto dolce e un’arrampicatrice cazzutissima che gareggia ormai da qualche anno. Dietro di lei c’è Ariella, una mamma tosta che tifa per lei a più non posso ma che, ancora prima, le insegna i valori sani dello sport. Il loro legame è intenso e ho pensato a loro due per presentare una serie di scatti a un concorso fotografico di arrampicata dell’Alto Garda.

La composizione è semplice nella prima foto: l’attenzione è tutta su Leah, sul suo viso dolce e concentrato mentre sale una via di difficoltà 6A. Un grado importante per una bambina di nove anni. Nella seconda foto invece ci sono Ariella e Leah che con la luce calda e morbida della sera tornano a casa serene dopo una giornata in falesia.

Ah… a quel concorso non ho vinto perché sono andata fuori tema, credo. Infatti non si capisce molto del territorio e in quale falesia ho scattato. È che le espressioni di Leah e il loro rapporto speciale mi hanno colpita e mi sono dimenticata del regolamento. Ops! 😉

Tre consigli per chi vuole cominciare

  1. Studiate la teoria e provate a metterla in pratica dimenticandovi degli automatismi.
    Fotografate, fotografate e fotografate, magari dandovi dei temi. Con la macchina fotografica, s’intende. 😉
  2. Siate curiosi. Andate alle mostre e leggete la storia dei maestri della fotografia.
  3. Quando vedete una foto che vi piace, analizzatela e cercate di capire cosa ha che vi cattura veramente.

Un libro da leggere?

L’autobiografia di Ansel Adams.

Un fotografo che segui?

Tom Klocker, da non perdere.

Qui trovi l’intervista a Saul Saggin.

Mentre le prossime date per Friday pop-up coworking sono il 20 settembre e il 18 ottobre. Se ti fa piacere venire, scrivimi!

Scritto il:
in: Marketing digitale, Un mix

Nessun commento

Contattami ora Newsletter