Qualche giorno fa ero all’Università IULM per una giornata di formazione alle ragazze e ai ragazzi del Master in Food & Wine Communication. Come si costruisce una buona strategia di marketing digitale? Di questo abbiamo parlato, con molte esercitazioni.
Cosa mi ha colpito/cose che ho imparato:
- faccio fare sempre piccole esercitazioni o lavori in gruppo, serve quindi un computer con connessione, faccio arrivare il messaggio prima. Non tutti avevano però un portatile sul banco, chiedo “Avete un portatile ogni due/tre persone?” Risposta: “No, ma abbiamo questo.” Lo smartphone, semplice. Questo dettaglio mi ha colpito perché in una classe di persone con – diciamo – più di 30 anni, la risposta sarebbe stata semplicemente: no. Non ho dati statistici, come si dice, ma qualche anno di esperienza di docenze sì
- chi comunica – cibo, scarpe, emozioni, qualsiasi cosa – comunica in ogni dettaglio. Quelli nella foto sono alcuni dei segnaposti, disegnati a mano da una delle studentesse del Master, su idea di un’altra studentessa
Ho aperto l’incontro con due micro interviste video* a persone con professioni diverse nel mondo del cibo buono e della ristorazione: Michela Iorio, giornalista e tra gli organizzatori del Postrivoro (andate a vedere cos’è e, se potete, partecipate a uno dei prossimi Postrivori) e Luca Lacalamita, chef pâtissier dell’Enoteca Pinchiorri a Firenze (3 stelle Michelin, così per dire).
Dalle parole di Michela e Luca emergono tre note fondamentali della comunicazione digitale, con cui poi ho “accordato” la giornata in aula:
- racconto, attraverso parole ma anche video, immagini
- contatto diretto con le persone, senza la mediazione di un critico culinario, un giornalista e così via
- estensione dell’esperienza, che grazie a un blog può cominciare prima e continuare anche dopo la cena al ristorante.
Bon appétit, si direbbe in questi casi.
*da sempre mi trovo più a mio agio con le parole e le immagini, che con i video. Questi sono i primi fatti da me, i prossimi verranno meglio (anche perché tecnicamente fare di peggio sarebbe difficile :-D)
Miriam Bertoli
Hai ragione Francesco, il principio della famosa mucca viola continua a valere. E più un settore/luogo fisico o virtuale è affollato, più distinguersi è la chiave per emergere.
Sordi Francesco
Condivido i tre punti chiave. Ne aggiungo con umiltà uno ... distintività. Ok i discorsi, le storie e le emozioni, ma chi ha sperimentato Vinitaly capisce che ci sono 7000 espositori che raccontano più o meno la stessa storia...quale storia raccontare tra le tante possibili?come sceglierla per emergere nel caos fisico e virtuale? a chi raccontarla?e quindi poi..con quali mezzi digital?questa penso sia la grande sfida per un settore ipercompetitivo che rischia di appiattirsi su sè stesso.