Qualche settimana fa [mini]marketing parlava di abbonamenti e bollini d’oro.
Ieri la mia amica Ikuko, che ora abita nella nostra precedente casa, è arrivata con una busta color crema, posta per me, che ancora arriva al vecchio indirizzo. Dentro, la proposta di abbonamento ad una rivista, con la possibilità di vincere un cellulare. Ho appiccicato il francobollo d’oro per avere il 70% di sconto, ho grattato i bollini per scoprire che ne avevo tre vincenti e potevo partecipare all’estrazione del cellulare (ma và? chi l’avrebbe mai detto!) ma ora non voglio l’abbonamento. Voglio conoscere il Direttore Abbonamenti. Perché lo vorrei ringraziare per avermi stregata con le sue parole…
‘Gentile Signora,
credo che lei abbia di XXX la stessa opinione che hanno tutte quelle persone che fanno dello stile e della moda una parte importante della loro vita.
Se anche lei la pensa così, ha ragione: XXX è il suo punto di riferimento.
XXX è una rivista piacevole, ricca di anticipazioni e spunti preziosi, unica per la bellezza delle sue fotografie…insomma, una rivista che ha tutto per diventare il suo mensile preferito. A questi motivi XXX ora ne aggiunge altri, specialissimi, tutti riservati a lei.
…’
Ometto il nome della rivista, che tra le altre cose leggo con piacere, non ogni mese ma quando capita. Ma Direttore, voglio conoscerLa. Pochi uomini mi hanno fatto sentire unica, speciale e alla moda come ha fatto Lei. O forse sono un po’ingenua?
Il giorno dopo
Scritto di getto, provo a rielaborare a mente fredda. Il senso è: non sono più abituata a queste parole così ‘old economy’, a questo tipo di marketing così centrato su una parte del cervello che ormai non dorme più ed è invece sveglia da tempo, voglio scegliere informata e non sotto suadente tentativo di plagio.
Provo ora, su di me, quanto sia cambiato il consumatore, pardon, la Persona nelle sue funzioni d’acquisto. You, anzi, ME.